Calabria

Lamezia Terme. Il segretario CGIL Landini: "Parlare di investimenti in Calabria vuol dire infrastrutture, sia materiali che sociali"

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Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha partecipato a Lamezia Terme alla manifestazione sul tema “Quale sviluppo per il Mezzogiorno e la Calabria. Lavoro-Istruzione-Sanità-Ambiente-Infrastrutture“. Insieme a lui al Teatro Grandinetti, il Segretario Generale Cgil Calabria Angelo Sposato, il Segretario Cgil Area Vasta Enzo Scalese, il direttore generale Svimez Luca Bianchi, il presidente Unindustria Calabria Aldo Ferrara, il sindaco di Siderno Maria Teresa Fragomeni ed il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto. Parlare di sviluppo – ha affermato Landini – vuol dire parlare di investimenti e di politiche industriali e parlare di investimenti in Calabria vuol dire infrastrutture, sia materiali che sociali, asili, scuole, ospedali.  Questo arretramento impedisce una crescita mentre il Sud vive uno spopolamento.  Le condizioni sono peggiorate perché si è poveri lavorando, si continua a morire sul lavoro, i livelli di precarietà sono inaccettabili, è aumentata la malavita organizzata che controlla pezzi interi dell’economia reale. La CGIL, qui in Calabria come in Italia, chiede alle persone di battersi per affermare una politica economica e sociale diversa in cui la libertà delle persone passi attraverso il diritto al lavoro, il diritto alla cura, il diritto all’istruzione, a una giustizia sociale che oggi non c’è,  a partire da una vera lotta all’evasione fiscale e alla necessità di investimenti seri per creare lavoro e dare un futuro al Paese”. 

𝗜𝗟 𝗣𝗢𝗡𝗧𝗘 𝗦𝗨𝗟𝗟𝗢 𝗦𝗧𝗥𝗘𝗧𝗧𝗢 “Non credo che oggi sia la priorità. Oggi il Paese ha bisogno di infrastrutture, di investimenti. Quelle risorse, quei soldi oggi vanno spesi per costruire ospedali e dare le cure alle persone che non ce le hanno. I calabresi non vanno in Sicilia, vanno al nord a farsi curare. La priorità è di altra natura e noi pensiamo di continuare a batterci perché c’è bisogno di un’idea di sviluppo molto diversa da quella che oggi sta venendo avanti”.

𝗔𝗨𝗧𝗢𝗡𝗢𝗠𝗜𝗔 𝗗𝗜𝗙𝗙𝗘𝗥𝗘𝗡𝗭𝗜𝗔𝗧𝗔 Noi siamo contrari, il Paese è già abbastanza diviso e pensiamo che l’unità sia la condizione per far crescere tutto il paese. L’autonomia differenziata é una logica folle così come l’idea che per cambiare il Paese bisogna cambiare la nostra Costituzione. Siamo dell’idea che la nostra Costituzione vada applicata e che devono essere fatte delle politiche molto precise. E per quello che ci riguarda siamo contro l’idea anche del premierato, siamo pronti quando ci sarà il referendum a dire che non è quello che serve. All’Italia serve la libertà nel lavoro, serve non essere precari, serve avere le strutture per curarsi, le strutture per far studiare i nostri figli, serve investire per avere una cura dell’ambiente. E in questa direzione, per quello che ci riguarda, noi ci battiamo contro a questa prospettiva e chiediamo altre riforme molto più serie. La democrazia è seriamente a rischio”. “Venerdì – ha aggiunto Landini parlando ai giornalisti – ci sarà uno sciopero nazionale dei lavoratori dell’Enel, si chiede a quel gruppo di confermare gli investimenti. Qui, per esempio, su Rossano c’era un impegno preso che oggi non viene rispettato. Noi dobbiamo narrare il punto di vista di chi per vivere ha bisogno di lavorare, e da questo punto di vista qui le condizioni sono peggiorate perché si è poveri lavorando, si continua a morire sul lavoro, perché ci sono livelli di precarietà inaccettabile, perché è aumentata la malavita organizzata che controlla pezzi interi dell’economia reale. Quindi narrare una realtà diversa significa battersi affinché il lavoro torni ad essere un diritto vero e affinché i diritti fondamentali, alle cure, all’istruzione, cioè ad essere persone libere con un lavoro dignitoso perché puoi partecipare alla vita sociale e politica credo che sia il tema di fondo. La Cgil qui in Calabria come in Italia chiede alle persone di battersi per cambiare queste condizioni e per affermare una politica economia e sociale diversa per cui la libertà delle persone passa attraverso il diritto al lavoro, all’istruzione, il diritto ad una giustizia sociale che oggi non c’è a partire da una vera lotta all’evasione fiscale e alla necessità di investimenti seri per creare lavoro e dare un futuro al Paese“.

DICHARAZIONE DEL PRESIDENTE ROBERTO OCCHIUTO

Ringrazio Landini per la vicinanza alla Calabria e devo riconoscere al sindacato un’azione di stimolo rispetto alle tante emergenze in Calabria. Il sindacato in Calabria ha grande capacità di proposte. Quando è stato fatto il Pnrr hanno buttato dentro tutte le opere che avevano un grado di progettazione avanzata. E la Calabria è sempre stata vista come una regione dove l’impegno, anche da parte delle società di Stato nazionali, era marginale. Ora noi siamo riusciti, e siamo riusciti insieme, ad ottenere 3 miliardi e mezzo sulla 106. Certo non bastano, ma il risultato migliore che siamo riusciti ad ottenere è quello di pretendere che Anas faccia la progettazione della 106 anche nei tratti non finanziati. Noi stiamo tentando di fare le riforme e di evitare per esempio il dramma dello spopolamento. Ci sono fra i 10 e 15 mila giovani all’anno che si perdono, vanno via. Su molte delle emergenze della Calabria, c’è bisogno di uno sforzo congiunto del Governo nazionale, di quello regionale, delle organizzazioni sindacali regionali e nazionali perché altrimenti è difficile trovare le soluzioni definitive.

In questa regione abbiamo un precariato straordinario. Un precariato per la verità che non ho creato io, perché il mio governo regionale non ha fatto un solo precario. Stiamo cercando di assorbire questo precariato, e molte delle soluzioni che abbiamo esplorato e realizzato sono nate dalla discussione con i sindacati. Altre emergenze affrontate sono quelle delle risorse che non sono state spese dai miei predecessori. Io ho trovato circa 2 miliardi di risorse non spese. Un miliardo di Fsc 2014-2020; un miliardo di risorse Por non spese. Abbiamo velocizzato la spesa mandato i revisori nei Comuni, abbiamo fatto emergere tutte la spesa che non era comunicata e altre ne abbiamo fatte grazie ai contributi offerti dalle organizzazioni datoriali e dai sindacati. E devo dire che fra qualche mese, quando saranno ufficializzati i dati della spesa, si vedrà che la Calabria ha speso tutti questi 2 miliardi che andavano spesi. Dobbiamo tutti insieme creare le condizioni affinché chi oggi è costretto ad andare via dalla Calabria possa scegliere di rimanere. Si può fare in due anni? In tre anni? Non si può fare. Questi sono processi molto lunghi quelli che devono condurre a restituire il diritto a poter restare ai giovani calabresi. Ma bisogna tentare di farlo, facendo le riforme che stiamo tentando di fare e che poi produrranno degli effetti. Chi governa deve occuparsi dell’emergenza e anche delle prospettive. Noi dovremmo tentare di intervenire sui flussi migratori, mi riferisco alla possibilità di far diventare per esempio alcuni borghi luoghi dove possono trasferirsi pensionati, o i nomadi digitali, stiamo cercando di creare delle occasioni perché questo possa avvenire. Noi siamo la regione che continua a rappresentarsi per i valori che, per esempio, mi hanno reso orgoglioso di fare il presidente della Regione dopo la tragedia di Cutro, per i valori di solidarietà, di accoglienza che la Calabria e i calabresi hanno saputo dimostrare. Dobbiamo essere anche capaci di trasformare quello che viene vissuto come un problema in una opportunità.

Noi dobbiamo pretendere dal governo gli obblighi previsti in Costituzione. Se ci dessero le risorse per superare il criterio della spesa storica sarebbe un grandissimo risultato. Di autonomia differenziata non si deve parlare se prima non ci sono le risorse per garantire medesimi diritti a tutti i cittadini. Dirò al mio partito di esprimere un voto di dissenso alla Camera in caso di assenza di queste garanzie. Fare gli interessi della Calabria significa essere autorevoli nei confronti del governo nazionale“.

 

Operazione "Scirocco". Scoperti reati ambientali nella gestione di 34 depuratori nelle 5 province calabresi

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Un’organizzazione finalizzata all’ottenimento di più commesse, all’esecuzione di appalti in frode ai contratti e alla commissione di reati ambientali derivanti dalla gestione di 34 depuratori a servizio di 40 comuni delle 5 province calabresi. 18 le persone raggiunte da provvedimento di custodia cautelare, di questi, 4 in carcere, 13 ai domiciliari e un obbligo di presentazione alla Pg, nell’ambito dell’inchiesta “Scirocco”  di oggi. L’inchiesta è stata condotta dai carabinieri del Nucleo operativo centrale e Cooperazione internazionale del Comando per la Tutela ambientale e la sicurezza energetica, del Nucleo operativo ecologico di Catanzaro e del Gruppo Forestali di Catanzaro. Gli arresti, disposti dal gip su richiesta della Dda di Catanzaro, sono stati eseguiti in collaborazione con i colleghi dei Comandi provinciali di Catanzaro, Cosenza e Vibo Valentia e dell’ottavo Nucleo elicotteri di Vibo. Gli indagati, sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, inquinamento ambientale e frode nelle pubbliche forniture. Tra i reati contestati vi è anche un presunto tentativo di estorsione  aggravata dalla modalità mafiosa ai danni di un dipendente di una società che avrebbe subito una minaccia da parte di esponenti della consorteria di ‘ndrangheta di Cirò Marina su commissione del proprio datore di lavoro per non farlo rivolgere ai sindacati per ottenere il pagamento di alcuni stipendi. Inoltre nei confronti di altri 12 soggetti, tra cui 4 funzionari di enti locali, sono state emesse informazioni di garanzia. Il gip ha anche disposto il sequestro preventivo delle quote e del compendio aziendale di 6 società con sede in provincia di Catanzaro per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro. Secondo l’accusa, i responsabili delle società avrebbero ottenuto illeciti profitti attraverso l’abbattimento dei costi di gestione dei depuratori, determinato principalmente dal parziale trattamento dei fanghi, nonché dalle mancate manutenzioni previste; la redazione di falsi Formulari di identificazione rifiuti con il fittizio conferimento di rifiuti in un impianto in un comune del Catanzarese; lo smaltimento illecito di ingenti quantitativi fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane, rifiuti della pulizia delle acque di scarico, fanghi delle fosse settiche, per più di 2.000 tonnellate in un anno, che venivano conferiti nello stesso impianto, per una attività di trattamento, in realtà mai eseguita; la richiesta ad alcuni dei Comuni degli oneri per la manutenzione che doveva essere a carico della società. Tutto ciò, secondo l’accusa, avrebbe provocato il malfunzionamento di numerosi depuratori che, in 10 casi, avrebbe portato allo sversamento dei liquami non trattati nei terreni circostanti e in mare. Durante le indagini sono stati sequestrati 4 depuratori ed è stato effettuato l’accesso in 24 comuni da cui sono emersi diversi casi di frode ai danni della pubblica amministrazione con il concorso di funzionari pubblici. Un dato importante è emerso anche dai periodici monitoraggi effettuati da Legambiente sulla qualità del mare, dei laghi e delle coste.

 

Unical. Pubblicato bando per l'ammissione anticipata ai corsi di laurea

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È stato pubblicato il bando per l’ammissione anticipata ai corsi di laurea triennale e a ciclo unico (quinquennale) dell’Università della Calabria per l’anno accademico 2024/2025. L’iscrizione è aperta agli studenti che conseguiranno il diploma quest’anno oltre che, ovviamente, a chi ne è già in possesso. Tutti i corsi di laurea partecipano alla fase di ammissione anticipata, mettendo a bando buona parte dei posti disponibili, comprese le due triennali di nuova attivazione: Scienze e tecnologie per le attività motorie e sportive e Ingegneria biomedica. Dopo il boom di richieste dello scorso anno, l’Ateneo ha deciso di aumentare il numero dei posti messi a disposizione già in questa prima fase, salendo dai 2.700 del 2023 ai quasi 4.000 di quest’anno.

Inquinamento ambientale. Operazione dei carabinieri nelle province di Catanzaro, Vibo Valentia e Cosenza

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Dalle prime ore di questa mattina, nelle province di Catanzaro, Vibo Valentia e Cosenza, i Carabinieri del Comando Tutela Ambientale e Sicurezza Energetica e del Comando per la Tutela Forestale e dei Parchi, stanno dando esecuzione a numerosi provvedimenti cautelari personali e reali, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catanzaro, su un rilevante inquinamento ambientale determinato dall’illecita gestione di molteplici impianti di depurazione a servizio dei comuni calabresi. L’operazione vede attualmente impegnati 150 Carabinieri. Ulteriori dettagli dell’operazione saranno forniti nel corso della conferenza stampa che si terrà alle ore 10.30 presso la Procura della Repubblica di Catanzaro.

Calabria. Fotovoltaico, Ritardo autorizzazioni blocca economia

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Se, da una parte, è aumentato del 13.2% rispetto allo scorso anno il numero di imprese nel settore delle rinnovabili ed il 74.4% di queste sono declinate sul fotovoltaico, dall’altra, al 17 gennaio scorso risulterebbero ben 1376 progetti a fonti rinnovabili in lista d’attesa e di questi 63 rappresenterebbero dei veri e propri casi simbolo di blocchi alle rinnovabili, per ostacoli e lentezza generale delle procedure; ritardi burocratici nazionali e gap normativi ereditati che, stando sempre ai report resi noti, starebbero di fatto ostruendo anche la migliore diffusione sui territori delle Comunità Energetiche (CER) sulle quali studi regionali confermano come permanga ancora una quasi totale sconoscenza. Con ogni evidenza siamo di fronte ad una doppia quanto paradossale lettura di quanto sta accadendo in questo momento rispetto alle sfide della transizione energetica che, per l’Italia, significa puntare sull’efficienza per far crescere e rendere più libero tutto il settore produttivo nazionale, dando forza alla nostra economia e quindi aumentando i posti di lavoro. A commentare in questi termini alcuni degli importanti dati resi noti, rispettivamente nel Secondo Rapporto sulla geografia produttiva delle rinnovabili in Italia, promosso e realizzato da Fondazione Symbola e Italian Exhibition Group e nei nuovi report Scacco Matto alle rinnovabili 2024 e Le Comunità energetiche rinnovabili in Italia presentati entrambi alla Fiera Key Energy di Rimini conclusasi ieri (venerdì 1 marzo) è l’Amministratore Delegato di Omnia Energia Spa Vincenzo D’Agostino. In questo scenario – sottolinea l’AD – che fa emergere ancora una volta sia la straordinarietà epocale delle opportunità che possono derivare oggi per lo sviluppo eco-sostenibile dei territori, sia il solito concorso di cause ed approcci nazionali che a tutti i livelli rischiano irresponsabilmente di non far cogliere appieno tutte le sfide di progresso e maturità energetica che il mondo ha dinnanzi, il Sud del Paese, pubblico e privato, può e deve pensarsi diverso e giocare la sua sfida regionale nella sfida globale. Per questo – prosegue – condivido e faccio mie le parole usate dal Presidente di Symbola Ermete Realacci quando sostiene che il nostro Paese dà il meglio di sé quando incrocia i suoi cromosomi antichi, la sua identità con un modo tutto italiano di fare economia: che tiene insieme innovazione e tradizione, coesione sociale, nuove tecnologie e bellezza, capacità di parlare al mondo senza perdere legami con territori e comunità, flessibilità produttiva e competitività. Perché se questo è verissimo per l’Italia nel suo complesso – scandisce l’AD della prima società di servizi energetici nel Sud Italia nel 2002 – diventa un ineludibile obbligo ad agire, tanto per il settore produttivo quanto per le istituzioni di quelle regioni meridionali che, come ad esempio la Calabria, avendo a che a fare con il sole molti più giorni all’anno delle altre, dovrebbero avvertire più di altre l’assillo identitario e distintivo ad investire su tutte le direzioni oggi possibili e sostenute finanziariamente con il PNRR della transizione energetica. E, se sono confermati i dati Ipsos per Unioncamere diffusi dalla Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia nei giorni scorsi, in base ai quali solo l’8% avrebbe una buona conoscenza delle CER a fronte di un 38% delle imprese interessate a parteciparvi, bisogna allora partire – aggiunge – dalla maggiore informazione e dalla sensibilizzazione che, insieme alla burocrazia ed a quanto pare a normative datate, resta la palla al piede di un Paese e di territori che ancora non stanno capendo bene quanto vale in termini di economia e di occupazione puntare sul fotovoltaico ed in generale sull’efficientamento energetico. Rendiamoci conto del danno che può arrecare e che arreca alle imprese ed all’economia dei territori – conclude D’Agostino, auspicando maggiore attenzione, responsabilità e celerità da parte delle istituzioni negli iter autorizzativi – dare un via libera con ritardi di 6 mesi o di 1 anno rispetto all’investimento già fatto. Come ogni anno, nell’ambito del percorso di formazione e di aggiornamento permanente che qualifica e distingue l’impegno della squadra aziendale, rappresentata dal responsabile tecnico Salvatore Leccadito, dal responsabile acquisti Marco Aquino e dal responsabile vendite Emilio D’Agostino, Omnia Energia ha partecipato alla tre giorni di Key a Rimini che, anche questo secondo anno scorporata da Ecomondo, ha fatto registrare per l’edizione 2024 un + 41% di presenze totali sul 2023 (e su queste totali salgono del 60% le internazionali), ha incrementato di oltre il 30% i brand espositori presenti, per un totale di 830 presenti, di cui il 35% provenienti dall’estero  con una forte componente cinese, ma anche dall’area nordeuropea) ed ha rispecchiato la forte vivacità e il fermento che stanno caratterizzando il mercato a livello internazionale, confermato il proprio ruolo di incubatore per le Start-up e PMI innovative italiane e internazionali.

In foto: Vincenzo D'Agostino Amministratore Delegato di Omnia Energia Spa

 

 

Calabria. Definita la Rete delle Comunità Ospitali per la valorizzazione del territorio

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In Calabria ha preso forma la Rete delle Comunità Ospitali, un’esperienza di co-progettazione che coinvolge amministrazioni locali, associazioni e cittadini in un percorso di rigenerazione sociale per valorizzare il territorio. La rete comprende i Comuni di Canna, Casali del Manco, Laino Castello, San Lorenzo Bellizzi ;Gizzeria e Roseto Capo Spulico, nel cosentino; Miglierina e Serrastretta, nel catanzarese e Melissa, in Provincia di Crotone. L’iniziativa, promossa dall’Associazione “Borghi autentici d’Italia”, è stata presentata alla Cittadella regionale. A tracciare un bilancio del progetto il sindaco di Roseto Capo Spulico, Rosanna Mazzia, presidente nazionale dell’Associazione “Borghi Autentici”. “Il lavoro che ha fatto Borghi Autentici d’Italia in questi borghi – ha spiegato Mazzia – è stato proprio far emergere competenze e capacità mettendole a sistema in un’ottica di accoglienza che è un’accoglienza non dei singoli ma di tutta la comunità che si attiva, che si anima e prova a rilanciarsi e a farsi conoscere come luogo da visitare. Le criticità dei borghi sono note a tutti e sono sicuramente le risorse che servono per l’infrastrutturazione materiale e immateriale, quindi quelle necessarie a mettere una comunità nella condizione di credere in se stessa e di lavorare su degli obiettivi a medio e lungo termine, e questo significa investimenti sull’animazione sociale, significa investimenti sui giovani”.  A portare i saluti istituzionali gli assessori regionali all’Agricoltura Gianluca Gallo e alle Politiche sociali Trasporti Emma Staine e il Presidente della Commissione antindrangheta Pietro Molinaro. Il progetto si è avvalso del contributo dell’Ue, di Legacoop, Rubbettino e Viatoribus.