Crotone

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Frode milionaria allo Stato. Divieto di dimora a Isola Capo Rizzuto per Antonella Stasi

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Antonella Stasi, ex presidente facente funzioni della Regione Calabria è indagata nell’operazione “Erebo Lacinio” condotta dalla Guardia di Finanza di Crotone su una presunta frode ai danni dello Stato nel settore delle energie rinnovabili e del traffico illeciti di rifiuti.

E’ stata raggiunta dalla misura cautelare di interdizione per un anno dall’attività professionale e divieto di dimora nel comune di Isola Capo Rizzuto, emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della procura distrettuale guidata da Nicola Gratteri.

In qualità di titolare di una società agricola che produce energia elettrica tramite una centrale a biogas, è accusata di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla una truffa del valore di oltre 14 milioni di euro per la percezione indebita di incentivi pubblici dal 2011 al 2018.

Divieto di dimora e interdizione dall’attività professionale per un anno per altre tre persone mentre due avranno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Antonella Stasi, vicepresidente della giunta regionale capeggiata da Giuseppe Scopelliti, nel 2014 diventò presidente facente funzioni.

SS106: dibattito a più voci, ma manca voce.

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“Una superficialità dell’amministrazione comunale di Crotone, non partecipare all’incontro dibattito con i sindaci della Magnagraecia”, è quanto afferma Vincenzo Calzona del Comitato per la Provincia della Magna Graecia.

 “L’assenza di un rappresentante del Comune di Crotone all’incontro tenutosi a Cariati, che aveva come oggetto quello di organizzare una comune strategia per richiamare l’attenzione dei Governi, regionale e centrale, sulla importante arteria stradale attesa da decenni, è, a mio avviso, da ritenersi una leggerezza abbastanza grave.
In primis perché l’iniziativa dei Comuni Jonici attraversati dalla SS106 a nord di Crotone, finalmente corale e politicamente trasversale, può, e deve, diventare un modello di riferimento, aldilà della istituzione o meno di una nuova provincia, da utilizzare in tutte le vertenze che questo ampio territorio ha in atto con le principali controparti: Regione, Stato, Unione Europea, Enti pubblici e grandi imprese, ma non solo.
In questo caso specifico, poi, è ancora più grave, perché l’iniziativa è tesa all’ottenimento di riportare all’attenzione dei Governi, centrale e regionale, la costruzione della nuova SS106 nel tratto a nord di Crotone, attesa da decenni
Se non si approfitta di questo momento storico offerto dalle particolari circostanze, potendo pure contare sulla disponibilità di alcune Parlamentari del Governo in carica, c’è il rischio che la costruzione di questo tratto di strada finisca nuovamente nel dimenticatoio. Tutto questo sarebbe imperdonabile oltre che irrispettoso nei confronti dei morti e dei feriti che, in tutti questi anni, hanno pagato e continuano a pagare il prezzo più alto delle conseguenze degli incidenti che si sono verificati su quella parte di tracciato della statale.
Tenuto conto poi che questo modello di iniziativa fatto da concertazione e coralità d’intenti ha procurato positivi risultati riguardo alla progettazione del tratto di strada statale che va da Crotone a Simeri, davvero non si può comprendere come i rappresentanti del Comune più importante, che dovrebbe esso stesso essere capofila di ogni iniziativa analoga per il riscatto di questo pezzo di terra, che poi sia più ampio del Comune o della attuale provincia non dovrebbe dispiacere a nessuno, e nel quale , disponendo dell’unico e moderno aeroporto esistente, potrebbe addirittura assumere un ruolo baricentrico e strategico, possano colpevolmente sottovalutare occasioni di questo tipo.
Da Crotonese ho un po’ di rammarico perché vorrei tanto che l’Amministrazione che ho sostenuto e votato, non si prestasse a perpetuare la logica fallimentare, ancora in atto dalle nostre parti, dove piuttosto che ritrovarsi insieme e far fronte comune per il fatto di essere d’accordo sul 95% degli argomenti, si inizi a discutere rigidamente e pregiudizialmente sul 5% del restante, con il risultato che non si riesca mai a raggiungere obiettivi ed anzi si arretri territorialmente, salvo poi recriminare ed invidiare i territori delle Province circostanti che invece vanno avanti e raggiungono traguardi”.

Vincenzo Calzona — Comitato per la Provincia della Magna Graecia

Crotone. Operazione Orso: smantellata piazza di spaccio, 12 arresti

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Vasta operazione coordinata dalla Dda di Catanzaro a Crotone denominata ‘Orso’. Eseguite 13 misure cautelari: 12 arresti e un obbligo di dimora a carico di soggetti accusati di associazione armata finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, ricettazione, detenzione di armi da guerra e, due di loro, di essere parte della cosca di ‘ndrangheta Vrenna-Corigliano-Bonaventura-Ciampà e della famiglia Megna operanti a Crotone. A fornire i dettagli dell’operazione in Conferenza stampa il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri.

Nel mirino di Gratteri e dei suoi sostituti – i pm Domenico Guarascio e Veronica Calcagno – è finita una associazione che gestiva lo spaccio.

Con gli arresti di oggi abbiamo messo in crisi la vendita della droga al dettaglio nella città di Crotone. Parliamo – ha detto Gratteri – di un vero e proprio supermercato aperto dalle 7 alle 20 dove si vendeva droga di ogni tipo. Questo di Crotone è il territorio che ci preoccupa di più. Per questo, come ho già ribadito, abbiamo tre pm della Direzione distrettuale antimafia dedicati a Crotone e poi sono arrivati uomini delle forze dell’ordine che ci rendono più forti nel controllo. Oggi, grazie al rinvenimento nel 2016 di una ‘copiata’ abbiamo messo a segno un’operazione che ha dimostrato l’affiliazione di alcuni soggetti alla famiglia Megna che gestivano un’organizzazione dedita allo spaccio di stupefacenti“.

Questa indagine conferma che non ci sono luoghi fuori dal controllo dello Stato” ha sostenuto il comandante provinciale dei carabinieri di Crotone, il colonnello Gabriele Mambor. “Grazie alla sorveglianza effettuata nella zona – ha proseguito – abbiamo ripreso anche fino a 70 cessioni di droga al giorno ed abbiamo captazioni che dimostrano come al vertice dell’organizzazione ci siano i fratelli La Forgia“. Mambor ha spiegato che l’operazione è dedicata ad un carabiniere, il maresciallo Luigi Chiaro, che ha partecipato all’indagine ma che è morto alcuni mesi fa per una malattia.

Il capitano Francesco Esposito, comandante della compagnia di Crotone, ha sottolineato la pericolosità dell’organizzazione: “Abbiamo trovato diverse pistole ed anche una mitraglietta che è un’arma da guerra che documenta la pericolosità di questa associazione che voleva affermarsi in città anche con l’uso delle armi. Abbiamo operato con attenzione perché la zona era costantemente vigilata da sentinelle e uomini che facevano fronte comune contro le forze dell’ordine“. Esposito ha spiegato che proprio il ritrovamento della copiata nel 2016 ha portato ai dissidi tra i gruppi della piazza di spaccio di Fondo Gesù che poi si sono rivelati nella sparatoria del 9 gennaio 2019 tra i cui protagonisti c’erano anche alcuni indagati di oggi.

Crotone: Assessore Sorgiovanni , Capo Colonna bene dell’umanità

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Dopo gli eventi alluvionali del 21 e 22 novembre, a seguito di indicazione del Sottosegretario di Stato Anna Laura Orrico, la Direzione Generale per la Sicurezza del Patrimonio Culturale del Mibact, con i tecnici della Protezione Civile, della Regione Calabria e del Comune di Crotone, è intervenuta per monitorare la situazione idrogeologica in cui versa il sito archeologico di Capo Colonna.

 

I successivi tavoli tecnici coordinati dal Sottosegretario, hanno condotto alla decisione di mettere in sicurezza temporanea la parte di parco adiacente al Santuario di Capo Colonna, con lo stanziamento in somma urgenza di 300.000 €, da aggiungere ai 900.00 € già in fase di cantierizzazione.

Anche la Regione Calabria ha integrato gli stanziamenti già previsti di 1.800.000 € per la realizzazione della barriera soffolta, con l’aggiunta di 1.400.000€ per la messa in opera della barriera radente a sostegno della falesia in frana del promontorio; ciò che preoccupa, però, è che tali interventi integrativi seguiranno un iter progettuale ordinario con tempi minimi previsti di circa 500 gg. per la realizzazione, un lasso di tempo che potrebbe essere fatale ed inficiare gli interventi di messa in sicurezza previsti dal Mibact, con effetti nefasti per tutto il sito archeologico.

Capo Colonna è un bene dell’umanità e non può attendere un altro evento alluvionale che generi ulteriori danni al patrimonio archeologico e paesaggistico esistente, per cui, durante l’ultimo tavolo tecnico del 12 febbraio, a cui ha partecipato anche l’assessore regionale all’ambiente De Caprio, abbiamo più volte sollecitato il Dirigente dei LLPP della Regione a rivedere la sua posizione e, compatibilmente con la complessità dell’opera, ad attivare, ai sensi dell’art.163 del Dlgs 50, la somma urgenza quantomeno per i lavori indifferibili a sostegno e completamento della barriera radente prevista dal Mibact.

Non possiamo sostituirci alla Regione per quanto di sua competenza ed attendiamo una risposta incisiva, auspicata dallo stesso Assessore De Caprio.

‘Ndrangheta: sequestrati beni per 1,2 mln a cosca crotonese. Sigilli a fabbricati, società e rapporti bancari e finanziari

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La Guardia di finanza del Comando provinciale di Catanzaro ha sequestrato beni per un milione e 200 mila euro a Giovanni Trapasso e ai figli Leonardo e Tommaso, appartenenti all’omonima cosca di ‘ndrangheta di Cutro. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura del capoluogo, è stato eseguito con il coordinamento del Procuratore Nicola Gratteri, dell’Aggiunto Vincenzo Capomolla e dei sostituti Veronica Calcagno e Chiara Bonfadini.

 

I destinatari del sequestro, padre e figli, già sottoposti alla misura della sorveglianza speciale, erano stati coinvolti nell’operazione di polizia denominata “Borderland”, culminata nel 2016 con l’esecuzione di numerosi arresti che aveva consentito di smantellare la cosca egemone sul territorio al tra le provincia di Catanzaro e Crotone. Le indagini, inoltre, ne avevano dimostrato l’assoluto rilievo e la stretta connessione con i Grande Aracri di Cutro e i Farao-Marincola di Cirò Marina, e i solidi rapporti con le più influenti cosche della regione. Era emersa l’ascesa del clan capeggiato da Giuseppe Tropea e dal defunto zio Francesco Talarico, i quali, dall’iniziale ruolo di subalternità al clan Trapasso, avevano gradualmente conquistato una propria autonomia nel territorio di Cropani Marina, soprattutto con riferimento all’attività usuraia. La cosca Trapasso, attiva anche nelle estorsioni, era perfino giunta all’espropriazione, di fatto, di beni strumentali delle aziende o di beni personali e di famiglia delle vittime. I tre Trapasso erano stati condannati per associazione mafiosa, estorsione, violazione alla legge sulle armi e altro ancora. Le indagini patrimoniali condotte dagli investigatori del Gico hanno consentito di ricostruire i loro patrimoni risultati sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati. Il sequestro odierno ha riguardato nove fabbricati ubicati a Cutro, una ditta individuale operante nel settore agricolo, quote di capitale relative ad una società a responsabilità limitata con sede a Cropani operante nel settore del commercio di prodotti petroliferi, due autovetture e diversi rapporti bancari e/o finanziari.

SEMINARA. RINVENUTO DAI CARABINIERI UN DEPOSITO CLANDESTINO CON OLTRE 650 MUNIZIONI PER FUCILI E PISTOLE.

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Nei giorni scorsi, a Palmi, i Carabinieri sono stati impegnati in mirati servizi volti al contrasto dell’illecita detenzione di armi,munizioni e droga che, come da consolidata prassi in uso tra la
criminalità operante nel reggino, vengono abitualmente occultatiall’interno di fondi agricoli e abitazioni, per essere poi recuperati al momento del bisogno.

In tale quadro, i militari della Compagnia supportati dallo Squadrone Cacciatori di Calabria, hanno effettuato perquisizioni presso vari terreni ed abitazioni dell’area. In particolare, a Seminara, gli uomini dell’Arma, hanno rinvenuto all’interno di un rudere abbandonato, celato da una catasta di legno, un deposito clandestino ove erano occultate oltre 650 munizioni per fucili e pistole di vario calibro, tutte di provenienza
illecita e, verosimilmente, provento di furti o rapine commessi da soggetti appartenenti alla locale criminalità organizzata. Le munizioni, una volta recuperate dai Carabinieri, sono state sequestrate e custodite in attesa degli ulteriori accertamenti del caso.