Calabria

Colpisce la compagna per farla abortire ed evade dai domiciliari. Arrestato

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A Catanzaro i Carabinieri hanno arrestato, in flagranza del reato di evasione, il 20enne marocchino, accusato di maltrattamenti in famiglia e tentata interruzione di gravidanza nei confronti della compagna minorenne. I militari si sono recati presso l’abitazione dell’uomo, agli arresti domiciliari, per effettuare i controlli di routine: non trovandolo in casa hanno subito avviato le ricerche a tappeto in tutto il centro storico cittadino e lo hanno trovato in una via limitrofa all’abitazione. Alla luce della gravità del fatto, il 20enne è stato nuovamente arrestato e condotto presso la Casa Circondariale catanzarese. La misura cautelare era stata imposta al marocchino in seguito alla denuncia sporta dalla compagna presso l’Ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro ove si era recata per ricevere soccorso. Ai militari, intervenuti sul posto, la minore aveva raccontato di essere stata picchiata dal 20enne, padre del nascituro, con numerosi calci in diverse parti del corpo nel tentativo di costringerla ad abortire. La ragazza era stata dimessa con una prognosi di 21 giorni e condotta in una struttura protetta.

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Catanzaro. Ministro Zangrillo: Digitalizzare per rendere attrattiva PA

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Il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha iniziato la sua visita in Calabria alla cittadella regionale accolto dal presidente della regione Roberto Occhiuto e dagli assessori regionali al Personale Filippo Pietropaolo e al Lavoro Giovanni Calabrese. “Sono molto riconoscente al governo per l’attenzione che sta riservando alla Calabria e anche al ministero della Pubblica amministrazione – ha detto il Governatore – che ci ha messo a disposizione il Formez per svolgere procedure di selezione dei neo assunti in maniera trasparente dimostrando che anche in questo la Calabria vuole cambiare passo. Sono felice della sua presenza – ha aggiunto Occhiuto. E’ un ministro importante nel governo ma anche un mio amico perché abbiamo vissuto una comune esperienza in Parlamento Ho detto all’inizio del mio mandato che il nostro obiettivo è asciugare l’importante bacino di precariato che ho ereditato e di pensare anche al lavoro nella pubblica amministrazione per i figli dei precari. Stiamo cercando di conseguire entrambi gli obiettivi, lo stiamo facendo con più decisione, con più determinazione e anche con più risultati rispetto al passato ma lo stiamo facendo anche perché abbiamo l’aiuto concreto del governo nazionale e del ministero della Pubblica amministrazione“.

ZANGRILLO: “PA POCO ATTRATTIVA”

“Sta cambiando il mondo: mentre un tempo i concorsi della Pa venivano presi d’assalto, adesso due su dieci tra quanti vincono un concorso nella Pa, rinunciano al posto di lavoro – ha affermato il ministro. Per questo sulla Pubblica amministrazione stiamo facendo un lavoro di straordinaria complessità dal punto di vista dell’innovazione tecnologica che significa da un lato digitalizzare i nostri processi e dall’altro dotare il personale di tutte le competenze che servono per vivere la digitalizzazione come opportunità. E’ una grande sfida, questa, che attiene proprio al tema della attrattività della Pubblica amministrazione. Questo dell’attrattività – ha aggiunto – è un problema che non riguarda solo il settore pubblico ma anche il privato. Sapete che c’è un tema che si definisce distanza tra ciò che il mercato del lavoro offre e quello di cui le aziende hanno bisogno. Noi dobbiamo lavorare su un mondo in profondo cambiamento e la Pubblica amministrazione deve essere capace di cogliere il cambiamento. La mia presenza oggi qui in Calabria ha proprio il senso di visitare delle realtà e delle eccellenze che hanno capito che il mondo sta cambiando e che, quindi, è necessario attrezzarsi con iniziative che ci consentano di cogliere il vero senso dell’innovazione. Un tempo la Pa era vissuta come il luogo dove la virtù più ricorrente era il posto fisso, la stabilità del posto fisso. Non nego che la stabilità del posto di lavoro sia un valore però il fatto che oggi tanti giovani rinuncino al posto di lavoro nella Pa per cercare altre soluzioni ci deve indurre a pensare che probabilmente non basta più l’attrattività del posto fisso ma ci vogliono tante altre cose come capacità di fare funzionare la nostra organizzazione alla stregua di un contesto capace di valorizzare le persone e di dare loro formazione, di farle crescere in un contesto nel quale siamo capaci di misurare e premiare il merito. Questo è un alto tema – ha detto ancora – che la Pa deve affrontare. Se noi vogliamo attrarre i giovani e noi vogliano attrarre i giovani, soprattutto quelli bravi, capaci, competenti, che hanno voglia di fare e passione, dobbiamo essere capaci di premiare le loro performance. E questa è una delle sfide che la Pa deve affrontare“. Il decreto sulla Pa è inteso a rafforzare la capacità della nostra P.a e assume una serie di iniziative importanti come quella di accelerare il processo di inserimento delle persone nella nostra organizzazione che ha vissuto anni molto complicati in passato con il blocco del turnover. Abbiamo ricominciato ad assumere nel 2022 – ha detto ancora il ministro facendo riferimento al decreto P.a. – assumendo 156 mila persone e nel 2023 ne assumeremo 179 mila. Quel provvedimento è inteso a dotare ulteriori risorse, ce ne sono 2 mila per il comparto sicurezza e altre mille per rafforzare la capacità amministrativa soprattutto degli enti territoriali che sono gli attuatori del Pnrr e poi ci sono tutta una serie di altri provvedimenti che sono intesi a rendere la Pa attrattiva”.

ZANGRILLO E IL PNRR

“Con il Pnrr le persone possono essere assunte soltanto con contratto a tempo determinato, un contratto che è vissuto a mio modo di vedere spesso in modo sbagliato come sinonimo di precarietà, perciò nel decreto Pa abbiamo previsto la possibilità per le persone assunte a tempo determinato, che abbiano maturato 36 mesi nelle pubbliche amministrazioni, con esito positivo della loro attività, di poter essere stabilizzati. In questo decreto ci stanno tutta una serie di iniziative che riguardano anche la Calabria. Stiamo lavorando con gli enti territoriali per cercare di dotarli delle condizioni che servono per funzionare. In questi primi sei mesi abbiamo fatto moltissimo. L’Italia ha quasi 8mila Comuni, dei quali la maggior parte sono piccoli Comuni e molti di questi sono attuatori del Pnrr. Ecco, nei piccoli Comuni manca la figura del segretario comunale. Nei Comuni sotto i 3mila abitanti, che sono più di 2mila – ha aggiunto il ministro – il segretario comunale è una figura che presente solo nel 10% di queste amministrazioni. Cosa abbiamo fatto? Abbiamo realizzato un’iniziativa tesa a garantire a questi Comuni la possibilità di accedere alla figura del segretario comunale senza che il costo del segretario comunale impatti sulle capacità assunzionali dell’ente. Ci sono tutta una serie di iniziative che hanno proprio la finalità di accompagnare, soprattutto gli enti attuatori del Pnnr, che sono prevalentemente enti territoriali, non le amministrazioni centrali“.

TIROCINANTI

“Quello dei tirocinanti è un tema su cui il presidente Occhiuto ha sollecitato la mia attenzione da subito, non appena sono diventato ministro, ed è un tema importante, enorme perché riguarda tantissime persone. Adesso lo stiamo studiando per vedere quali soluzioni adottare, soluzioni, che devono essere evidentemente compatibili con le regole anche finanziarie che disciplinano i nostri processi di inserimento. Gli emendamenti sono allo studio in questi giorni – ha aggiunto il ministro – non ho capito bene quando arriverà nelle aule il provvedimento e penso, a questo punto, non prima delle fine di questo mese quindi ci sarà tempo di analizzare questi emendamenti e vedere che spazi ci sono per poterli accogliere“. Dopo la Cittadella, Zangrillo ha visitato a Tiriolo il cantiere dell’Harmonic Innovation Hub e a Caraffa di Catanzaro l’Incubatore e acceleratore “Entopan Innovation”. Infine, una lectio magistralis all’Università Magna Graecia dal titolo “Al servizio esclusivo della Nazione: il valore costituzionale del lavoro nelle Pubbliche amministrazioni”.

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Salone del libro di Torino. La Vice Presidente della Regione Princi esprime grande soddisfazione

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Lo stand della regione Calabria ha continuato a registrare un notevole afflusso di visitatori anche durante la 4a giornata del salone del libro che si è svolta ieri a Torino. Molti gli eventi programmati: scrittori ed editori calabresi si sono susseguiti richiamando l’attenzione di un pubblico variegato; gli allievi dell’Istituto d’istruzione superiore Marconi di Siderno hanno animato l’esposizione con interviste e divertimenti richiamando l’attenzione dei visitatori. Molti gli studenti che si sono intrattenuti sui comodi divani messi a disposizione per consultare le opere degli autori calabresi ed apprezzarne la narrativa. Sul punto si è anche espressa con soddisfazione la vicepresidente della Regione Calabria Giusi Princi: “Anche per la giornata di domenica lo stand è stato popolato dagli sguardi curiosi e attenti dei numerosi visitatori che hanno apprezzato anche l’eleganza degli spazi espositivi, arricchiti da ledwall e suggestive gigantografie raffiguranti scorci paesaggistici della Calabria. L’accoglienza travolgente dei ragazzi, volontari del Sistema Bibliotecario Lametino, ha coinvolto il pubblico con quiz linguistici interattivi, alla scoperta delle parole in vernacolo, cuore pulsante della Calabria. Altro aspetto che ci ha particolarmente e piacevolmente colpito – aggiunge Princi – è stata la costante e numerosa presenza nello stand di visitatori calabresi residenti al Nord Italia. Abbiamo riscontrato quella vena di fierezza e di spirito identitario sintomo che, anche lontano dalla Calabria, la percezione sta cambiando, rispolverando quell’orgoglio e quell’appartenenza che la cultura sta riuscendo a veicolare”.

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L'attualità del pensiero pedagogico di Don Milani a 100 anni dalla nascita

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Se non ci avesse lasciato prematuramente a 44 anni, Don Lorenzo Milani ne avrebbe compiuti 100 il prossimo 27 maggio. Il suo pensiero pedagogico riveste, oggi più che mai, valenza educativo – didattica ragguardevole. Credeva nel progetto di una scuola aperta ed inclusiva che “agganciando la conoscenza al progetto di vita di ciascuno” promuovesse lo sviluppo delle multiformi intelligenze – anticipando Howard Gardner - anche quelle dei soggetti culturalmente e socialmente svantaggiati, creando per ogni singolo individuo un percorso formativo che ne consentisse una crescita armonica. La sua straordinaria figura, realizzata nel luogo simbolo della scuola di Barbiana, ha sempre suscitato molte polemiche, sostituite post mortem da maldestri tentativi di “appropriazione culturale”. Don Milani è stato capace di cogliere le necessità più vere dei suoi allievi e la scelta di convertire l’esilio di Barbiana - che questo è stato - in una missione educativa, dà la misura della sua grandezza. La sua idea pedagogica è scolpita in alcune esternazioni quanto mai attuali: “La scuola Italiana ha un solo problema: i ragazzi che perde” ed ancora “Una scuola che manda via i ragazzi problematici, è come un ospedale che accoglie i sani e manda via i malati”. Sono il riassunto del suo cammino pedagogico ed esistenziale, morale e civile. Con questi presupposti, non è strano che abbia dedicato la vita a tirare su uomini capaci di vivere con consapevolezza il loro tempo, attrezzati a farlo non per stucchevoli ripetizioni di stantii riti scolastici - ancora oggi purtroppo presenti in molte aule - né per merito di cambi di denominazione ministeriali. La scuola intesa solo come “ascensore sociale” – come ha asserito qualcuno degli usurpatori della sua pedagogia - è fuorviante rispetto all’idea DonMilaniana di una scuola che contribuisce alla costruzione di una società, fatta di uomini capaci di relazione, che imparano a vivere appieno la loro vita: ed al diavolo voti, giudizi, transizioni digitali e competizioni. Una sfida non facile da cogliere a Barbiana e ancor di più oggi; con lo sfilacciamento sociale e la solitudine che accompagna i nostri ragazzi - neanche scalfibile da “transizioni e nuove competenze digitali”, con i Pierino e i Gianni sempre più numerosi e spesso stranieri extracomunitari - per i quali le belle dichiarazioni mai precedono l’effettivo riconoscimento di inalienabili diritti. Dal priore di Barbiana giunge il messaggio che solo la parità di opportunità formative e culturale dà dignità all'uomo: i diritti esistono per diritto e non per meritocrazia. Si dipana in tutta la sua modernità la scuola aperta, il programma condiviso dagli allievi, il metodo cooperativo, il rapporto educativo maestro-alunno, il legame tra compagni; altro che ... scuola competitiva! Un modo di intendere la scuola come bisogno primario dell’uomo, anticipazione di quanto espresso, 50 anni dopo, nelle Raccomandazioni del Parlamento e del Consiglio Europeo. La Lettera a una professoressa - in cui si denunciavano metodi didattici ostativi alla realizzazione dei ragazzi delle classi più povere – e l’I care sono legati insieme da un fil rouge che, se ripreso nei nostri giorni, porterebbe a un fare scuola con il cuore, ad orientare alla presa di coscienza civile e sociale, ad esaltare il valore dell’accoglienza per insegnare ad apprendere e a vivere con gli altri, che riconosca il diritto alla fragilità e che censuri qualunque atteggiamento dispotico e autoritario; una scuola che smetta – finalmente - di rincorrere esiti positivi in test standardizzati per poterli poi sbandierare in qualche conferenza stampa tenuta da illustri statistici, che metta nel pattume indifferenziato l’ossessione di prestazioni confindustriali! “La sua inquietudine non era frutto di ribellione ma di amore e di tenerezza per i suoi ragazzi, per quello che era il suo gregge, per il quale soffriva e combatteva, per donargli la dignità che talvolta veniva negata. La sua era un'inquietudine spirituale alimentata dall'amore per Cristo e per il Vangelo, per la società e per la scuola che sognava sempre più come un "ospedale da campo" per soccorrere i feriti, per recuperare gli emarginati e gli scartati”. Sono le splendide parole, riferite a Don Lorenzo Milani, pronunciate da Papa Francesco: qualcuno le sussurri all’orecchio di ...Paola Mastrocola!

 

Maltempo. Allerta arancione in Calabria, scuole chiuse a Catanzaro e Vibo

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Una nuova ondata di maltempo sta per colpire la Calabria. La Protezione civile regionale ha diffuso un bollettino di criticità meteo che prevede dalla mezzanotte uno stato di allerta arancione su gran parte della Calabria. In particolare, sarà allerta gialla in Provincia di Cosenza, arancione nel resto della regione. “Attese piogge diffuse – si legge nel messaggio – e venti forti“.

SCUOLE CHIUSE

Il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita ha disposto la chiusura di tutte le scuole della città per l’intera giornata. In Provincia di Catanzaro istituti chiusi anche nei comuni di Sellia Marina, Chiaravalle centrale, Torre di Ruggiero, Botricello, Sersale, Satriano, Cicala e Soverato. Il sindaco di Vibo Valentia Maria Limardo ha emesso un’ordinanza di chiusura delle scuole per la giornata di domani così come hanno fatto i colleghi dei comuni di Nicotera, Arena e Serra San Bruno.

Porto Gioia Tauro. Sequestrate oltre due tonnellate di cocaina

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Guardia di Finanza e Ufficio dogane hanno sequestrato al porto di Gioia Tauro due tonnellate e 734 chili di cocaina purissima che avrebbe fruttato ai trafficanti un introito di oltre 800 milioni di euro. La droga era occultata in un carico di frutta composto da 78 tonnellate di banane trasportato in container refrigerati e lunghi oltre 12 metri provenienti dall’Ecuador e destinati in Armenia. L’importante risultato è stato raggiunto analizzando le rotte commerciali che dal Sud America giungono al Mar Nero, transitando per il porto calabrese di Gioia Tauro. L’operazione è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. In particolare, all’ispezione dei due box refrigerati si è giunti con controlli incrociati, effettuati mediante le banche dati, sulle società coinvolte nell’operazione. La droga nascosta tra la frutta all’interno dei contenitori è stata ritrovata dopo lunghe e complesse operazioni di ricerca, effettuate anche mediante l’utilizzo di sofisticati scanner in dotazione all’Ufficio dogane e delle unità cinofile della Guardia di Finanza, con il cane antidroga Joel. Per l’ingente quantitativo di stupefacente sequestrato, per le operazioni di trasporto e successiva distruzione è stato necessario impiegare oltre 30 militari specializzati delle fiamme gialle. Nel porto di Gioia Tauro, dal mese di gennaio del 2021 ad oggi, grazie alle operazioni di contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti sono state sequestrate complessivamente circa 37 tonnellate di cocaina.

La nota del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto:

“Bene il maxi-sequestro di cocaina, quasi tre tonnellate, effettuato stamane nel porto di Gioia Tauro. Congratulazioni ai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, all’Ufficio dogane del porto e alla Dda di Reggio Calabria. Le numerose operazioni antimafia degli ultimi mesi, condotte grazie ad ottimi magistrati, a forze dell’ordine esemplari ed a uomini dello Stato che lavorano senza sosta per prevenire e per contrastare la criminalità organizzata – aggiunge Occhiuto – dimostrano che la nostra regione ha gli anticorpi per estirpare la ‘ndrangheta e la malavita“.

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