Catanzaro. Inaugurato anno giudiziario

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Si è tenuta a Catanzaro l’inaugurazione dell’Anno Giudiziario. Tra i primi temi affrontati dal presidente facente funzioni della Corte d’Appello Gabriella Reillo nella sua relazione, il problema della pianta organica. Poi spazio ai temi della criminalità organizzata, con la conseguente crescita della criminalità minorile e ai cosiddetti reati informatici quali diffamazione, revenge porn e cyberbullismo.

LA RELAZIONE DEL PRESIDENTE FF GABRIELLA REILLO

Nel nostro distretto, come in tutti quelli del Sud, si registrano da almeno 30 anni i medesimi problemi: gli aumenti di organici rimangono sulla carta per mancata risposta agli interpelli o per il susseguirsi dei trasferimenti; la varianza resta singolarmente stabile: vi è simmetria tra i nuovi ingressi di magistrati in prima destinazione e trasferimenti. Il risultato è un movimento migratorio costante in uscita ed in entrata di magistrati ordinari in tirocinio, con scarti temporali che creano rilevanti disfunzioni. Il turn over  risulta particolarmente incidente nei Tribunali di Catanzaro, il più grande della regione, e di Vibo Valentia. Nonostante ciò continuano a registrare un andamento positivo rispetto agli obbiettivi del Pnrr.

Per quanto riguarda la Corte d’appello pur in assenza di 9 consiglieri su 32, è riuscita a mantenere il clerance rate del civile molto prossimo a uno ed ha definito 1.089 processi penali in più rispetto allo scorso anno giudiziario, tra cui Rinascita Scott abbreviato che ha comportato l’esonero di tre consiglieri per cinque mesi di lavoro ordinario, dato l’elevato numero degli imputati e l’imminenza della scadenza dei termini di fase delle misure cautelari. Per quanto riguarda il settore penale, anche quest’anno il distretto di Catanzaro si caratterizza per la preponderanza di procedimenti aventi ad oggetto il delitto di associazione mafiosa, e numerosi reati fine, con un elevato numero di imputati e di capi di imputazione, che esigono gravose istruttorie, i cosiddetti maxi processi. Sostanzialmente stazionario il dato dei procedimenti per omicidio volontario, 10, oltre a uno per omicidio per lupara bianca avvenuto a Vibo. Va rilevata l’assenza di omicidi volontari nei circondari di Crotone e Lamezia Terme e il dato positivo che nel circondario di Vibo va menzionato come unico omicidio quello appena menzionato di lupara bianca, con inversione del trend negativo che aveva portato tale circondario ad essere quello che registrava in Italia il maggior numero di delitti violenti contro la persona. Sempre elevato il numero dei procedimenti riguardanti la violenza di genere: nel solo circondario di Catanzaro i procedimenti per reati da codice rosso sono 191. Va rilevato che nel 2023 non si sono registrati femminicidi, in positiva controtendenza rispetto ad un fenomeno allarmante che coinvolge tutto il Paese. La radicata presenza sul territorio di compagini di criminalità organizzata si traduce anche in un consistente fenomeno di criminalità minorile. Segnatamente, l’articolazione di tipo familiare delle consorterie locali comporta il diretto coinvolgimento dei minori nell’agire delinquenziale degli adulti, anche in ragione delle forme di premialità che caratterizzano il processo minorile. Ma ancora più preoccupante è la serialità di episodi di aggressioni, commessi registrando e divulgando scene di violenza che vengono poste in essere da ragazzi nei confronti dei loro coetanei più deboli e vulnerabili“.

INTERVENTO DEL PROCURATORE GENERALE DELLA CORTE D’APPELLO DI CATANZARO GIUSEPPE LUCANTONIO

Appare doveroso segnalare come, anche per quest’anno, il dato più allarmante è rappresentato dai numeri progressivamente in aumento dei delitti di criminalità organizzata di stampo ‘ndranghetistico, sia nella forma associativa che in quella estrinsecantesi nei delitti aggravati dal metodo mafioso, con un aumento del coinvolgimento dei minori nelle attività criminali di tale matrice. In aumento anche i delitti di estorsione e di usura, fenomenologia criminale fortemente legata alle caratteristiche del territorio calabrese e spesso collegata, anche se indirettamente, al controllo mafioso dello stesso. In costante aumento sono anche i reati relativi alla illecita detenzione e/o spaccio di sostanze stupefacenti (anche nella forma più grave del traffico internazionale). Significativo e costante appare il contrasto ai reati urbanistici ed ambientali, così come quello ai reati da ‘codice rosso’, quelli informatici e collegati al web, i reati di violenza alla persona (omicidi, tentati omicidi, lesioni, rapine aggravate), i reati economico-finanziari, i reati contro la Pubblica amministrazione. L’amministrazione della Giustizia in Calabria, forse più che altrove, è ostacolata da difficoltà e criticità di ogni genere; i magistrati laboriosi e onesti rappresentano il difficilissimo ruolo di garanti quotidiani della legalità, questo in un territorio particolarmente vasto e complesso, dove, si registrano forti ed allarmanti criticità, disfunzioni di tipo sociale, economico, politico, che si intersecano e sovente concorrono, pericolosamente, con crescenti e pervasivi fenomeni di malaffare da parte di ‘associazioni coperte’, poteri deviati, criminalità organizzata e non. Tutto ciò in danno dei cittadini calabresi, delle Istituzioni, della Giustizia e dello Stato. La conflittualità politica, la insana sovrapproduzione normativa, la complessità della stessa, la eccessiva burocratizzazione hanno ‘scaricato’ sulla giurisdizione una serie di problematiche difficilmente risolvibili, questo con elevata sovraesposizione e indebita supplenza della Magistratura, anch’essa purtroppo non sempre estranea a logiche corporative, illeciti ed errori. Due richieste al Csm: la sollecita nomina dei direttivi e dei semidirettivi; la costante, solerte e adeguata copertura degli organici degli Uffici giudiziari del Distretto, caratterizzati da un permanente e gravosissimo fenomeno di turn-over, magari anche attraverso il sapiente utilizzo degli incentivi per le sedi più disagiate o critiche. Al ministero di sanare le insufficienze degli organici del personale amministrativo e delle quasi ‘inesistenti’ sezioni di polizia giudiziaria; di proseguire nella già avviata costruzione di piattaforme di lavoro informatico/digitali utili, moderne, funzionanti, aggiornate e adeguate alle esigenze cui sono preposte, formando adeguatamente chi le deve utilizzare; infine, ma assai rilevante, una convinta e decisa rivisitazione delle Sedi giudiziarie e delle piante organiche di molti uffici giudiziari, sottodimensionate rispetto agli effettivi carichi di lavoro. Solo una giustizia efficiente, infatti può essere autorevole e dare un vero contributo alla tanto invocata e da molti solo ‘predicata’ legalità, base di ogni democrazia che voglia essere degna di tale nome“.

Presenti alla cerimonia, tra gli altri il presidente della regione Roberto Occhiuto e il Sottosegretario all’Interno Wanda Ferro.