Rossano. Sette esercizi commerciali chiudono nel centro storico

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Riceviamo e pubblichiamo.

Nel solo 2023 appena conclusosi, ben sette attività commerciali nel solo Centro Storico di Rossano hanno abbassato definitivamente la propria saracinesca. Oggettivamente ci sembra un dato notevole ed allarmante che non dovrebbe far dormire sonni tranquilli a quanti interpretano ruoli di classe dirigente della Città. È quanto dichiara il consigliere comunale Adele Olivo cogliendo l’occasione per ribadire come questo progressivo e pericoloso inaridimento anche imprenditoriale e commerciale di uno dei due centri storici di un’unica Città d’arte che non eguali in Calabria per complessità e distintitivà del proprio patrimonio identitario, rappresenta anch’esso l’esito di una indifferenza istituzionale a tutti i livelli che si protrae sin dall’insediamento dell’Esecutivo Stasi. Oltre ed al di là di iniziative spot che si consumano sistematicamente in poche ore o singole nottate ed i cui ritorni commerciali ed economici non sono misurati da nessun indicatore e da nessuna rilevazione in nessun momento, persiste – aggiunge – un vuoto di dialogo ed una totale incapacità di provare ad ascoltare la somma di istanze ed esigenze che provengono dai due centri storici in particolare, così come dalle periferie e da tutte le aree più o meno distanti dal rumore e dallo scintillìo dello show business così caro al Primo Cittadino ed ai suoi fan. Disattenzione costante e di metodo, spocchiosa mancanza di ascolto e di reale comprensione delle dinamiche di spopolamento e di abbandono che stanno trasformando le due città alte di Rossano e Corigliano in due veri e propri paesi fantasma che – scandisce la consigliera comunale di opposizione – ci impedisce persino di entrare nel merito, così come vorremmo fare, di progetti ed iniziative logistiche o infrastrutturali di cui Stasi forse parla da solo con se stesso. Come ad esempio e da ultimo l’annunciato progetto di Zona a Traffico Limitato (ZTL) che si prevede di avviare nel Centro Storico di Rossano ma sul quale – precisa – la locale Amministrazione Comunale, al contrario di quanto avvenuto ovunque questo esperimento è stato messo in campo progressivamente, non ha avvertito la benché minima esigenza di ascolto, preparazione, confronto e normale concertazione con l’ormai ridottissima popolazione residente, commercianti in primis.