Individuati presunti aggressori del parroco di Varapodio

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I Carabinieri della Compagnia di Taurianova, dopo serrati accertamenti, hanno individuato i presunti responsabili dell’aggressione avvenuta la sera del 15 gennaio 2024 ai danni di Don Giovanni Rigoli parroco della chiesa Santo Stefano di Varapodio in provincia di Reggio Calabria. I militari per dare un volto ed un nome ai responsabili del gesto delittuoso, hanno operato alacremente raccogliendo la denuncia del presbitero, acquisendo ed analizzando le videoregistrazioni delle telecamere di zona e sviluppando le testimonianze dei presenti al momento del fatto. A seguito delle varie testimonianze raccolte, il cerchio si è stretto attorno a due cugini, uno di Varapodio e l’altro di Taurianova, ritenuti gli autori dell’aggressione avvenuta all’interno della chiesa. A chiarire i motivi che hanno scaturito un gesto così spregevole, è stato lo stesso parroco che ha raccontato ai militari di essere intervenuto al termine di una messa di suffragio per una emigrante da poco venuta a mancare in Australia, per garantire l’applicazione delle disposizioni curiali ed impedire che, al momento delle condoglianze, all’interno della chiesa si creasse un assembramento di persone. Le disposizioni però non venivano recepite dai familiari della defunta, che proseguivano indifferenti alle rimostranze del prete. Il parroco nel richiedere nuovamente l’attenzione volta al rispetto delle norme, è stato prima raggiunto da uno dei due cugini che, afferratolo per i polsi, lo strattonava e gli intimava di lasciare immediatamente la chiesa. Il secondo, approfittando del fatto che il prelato fosse immobilizzato, si poneva alle sue spalle e gli assestava una testata nell’incavo della nuca. Sulla base degli elementi di prova sinora raccolti, secondo l’ipotesi d’accusa prospettata alla Procura di Palmi, i Carabinieri hanno denunciato i due uomini, uno dei quali già noto agli investigatori perché segnalato per oltraggio a pubblico ufficiale ritenendoli responsabili di lesioni, violenza privata e turbamento di funzioni religiose.