Reggio Calabria. Processo "Breakfast", Procura generale chiede per Scajola il non luogo a procedere

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E’ attesa per marzo la sentenza del processo scaturito dall’inchiesta “Breakfast” in corso presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria e che vede imputato l’ex ministro dell’Interno e attuale sindaco di Imperia Claudio Scajola. Era stato condannato in primo grado a 2 anni di reclusione per aver favorito la latitanza dell’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena, morto il 16 settembre 2022 a Dubai, dove si era rifugiato da dieci anni dopo essere stato condannato in via definitiva a tre anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. La Procura generale di Reggio Calabria ha chiesto per Scajola il non luogo a procedere. Essendo venuta meno l’aggravante mafiosa, già nella fase del dibattimento di primo grado, è andato prescritto il reato per il quale l’ex ministro Scajola era stato condannato a 2 anni di reclusione nel gennaio 2020 su richiesta del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo. Per questo motivo, davanti alla Corte d’Appello di Reggio Calabria presieduta da Lucia Monica Monaco, nell’udienza di oggi alla Procura generale non è rimasto altro che chiedere il non luogo a procedere. La prescrizione è stata invocata anche per gli ex collaboratori di Matacena che erano stati però assolti nel primo processo. Si tratta di Martino Politi e Maria Grazia Fiordalisi. La difesa di quest’ultima, nell’udienza di oggi, ha chiesto la conferma dell’assoluzione e il processo è stato rinviato al 13 marzo quando, prima della sentenza, discuteranno gli avvocati di Scajola e Politi.