Vibo Valentia

San Gregorio d'Ippona. Ucciso per uno schiaffo: chiuso cerchio sull’omicidio Polito

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Si chiude il cerchio sull’omicidio di Carmelo Polito, l’uomo nel 2011 a San Gregorio d’Ippona, nel vibonese, mentre passeggiava per le vie del centro in compagnia del figlioletto di 6 anni.

A quasi due anni di distanza dall’arresto di Francesco Pannace, di 34 anni, ritenuto uno degli esecutori materiale del delitto, i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di Rosario Fiorillo, 32 anni, di Piscopio, già detenuto nel carcere de L’Aquila e Giuseppe Pannace, 30 anni, di San Gregorio, ritenuti, rispettivamente, mandante ed esecutore del delitto.

Entrambi avrebbero agito al fine di agevolare l’attività della Locale di ‘ndrangheta di Piscopio.

Fiorillo avrebbe decretato la morte del Polito per vendicare uno schiaffo ricevuto durante un periodo di comune detenzione in carcere.

Mangialavori: “Scuola di polizia di Vibo non si tocca”

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“La Scuola per allievi agenti della polizia di Stato di Vibo Valentia è un’eccellenza del territorio, un presidio di legalità intoccabile, in una terra funestata da alcune delle cosche di ‘ndrangheta più potenti e pericolose della Calabria. La proposta avanzata da alcuni amministratori locali, relativa al trasferimento della Scuola da Vibo al piccolo centro di Cutro, nel Crotonese, va dunque archiviata sotto la categoria “cronache marziane” e dimenticata in fretta, in quanto frutto di evidenti farneticazioni”.

 

Così il senatore e coordinatore regionale di Forza Italia, Giuseppe Mangialavori. 

 

“La Scuola di Vibo - continua - è una istituzione inamovibile, un presidio fondamentale per la formazione dei nuovi agenti, come ebbe a dire pochi anni fa anche l’ex capo della polizia Gabrielli. Un suo trasferimento, peraltro basato sulla risibile motivazione di occupare un immobile per il quale, a due decenni dalla sua costruzione, non è stata trovata alcuna utile destinazione, rappresenterebbe un segno dell’ulteriore disinteresse dello Stato nei confronti di uno dei territori più poveri e arretrati d’Italia”. 

 

“Invito perciò gli autori di questa proposta balzana a rassegnarsi anzitempo: Vibo, i suoi cittadini, le varie amministrazioni provinciali e i tanti rappresentanti istituzionali di questo territorio - conclude Mangialavori - non accetteranno di prendere nemmeno in considerazione uno scenario di questo tipo. La Scuola di polizia sta bene dove sta e non si tocca”. 

 
 
 

VIBO VALENTIA, l’On. NESCI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio (Sud e alla coesione territoriale), visita la Capitaneria di Porto di Vibo Valentia

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Nel tardo pomeriggio del 26 marzo l’Onorevole Dalila Nesci,
Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio (Sud e alla
coesione territoriale), ha visitato la sede della Capitaneria di Porto di
Vibo Valentia Marina. Ad accoglierla il Comandante C.F. (CP)
Massimiliano PIGNATALE il quale, dopo un breve saluto all'interno
dell'area comando, ha illustrato all’On. NESCI le molteplici attività
che vedono quotidianamente impegnati gli uomini e le donne della
Guardia Costiera di Vibo Valentia con riguardo al contrasto alla
pesca illegale, all’abusivismo demaniale ed alla tutela dell’ambiente.
Nel corso dell’incontro l’On. Nesci, oltre a visitare la sala operativa
della Capitaneria di Porto e la “cappella Santa Barbara”, ha
sottolineato l’importanza dell’attività svolta dalla Guardia Costiera a
favore della collettività, manifestando il suo vivo apprezzamento.

Limbadi. Cade da impalcatura: muore pensionato

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Un pensionato di 72 anni, Francesco D’Alessandro, è morto ieri sera a Limbadi, nel vibonese, dopo essere precipitato da un’impalcatura. L’uomo stava eseguendo alcuni interventi di muratura in una sua proprietà quando è caduto dalla struttura.

Sul posto è arrivato l’elisoccorso per il trasporto nell’ospedale di Catanzaro ma l’uomo è morto poco dopo a seguito di un arresto cardiaco.

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i carabinieri che hanno avviato le indagini.

16 marzo 1978 - 16 marzo 2021

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Ci separano quarantatré anni dal disumano assassinio in Roma, ad opera dei terroristi
delle brigate rosse, di Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi,
Raffaele Iozzino. Difensori della democrazia della Repubblica, pagarono con la vita il
mandato loro affidato di proteggere Aldo Moro, statista insigne, presidente della
Democrazia Cristiana, il cui calvario sarebbe durato sino al successivo 9 maggio..
Queste le parole del Presidente Sergio Mattarella.
A 43 anni dal rapimento e dall’assassinio di Aldo Moro, presidente della Democrazia
Cristiana, la vicenda è ancora difficile da raccontare. In parte per le reticenze dei
protagonisti, che operarono nel periodo più convulso e turbolento della storia della
Repubblica; in parte per via delle immancabili, stucchevoli dietrologie che hanno
alimentato una serie di libri, articoli e documentari e sancito la collocazione fra gli
“esperti”, anche di illustri parvenu.
Una cosa, però, almeno la sappiamo: il 16 marzo del 1978, in via Fani, cinque uomini della
scorta di Aldo Moro furono uccisi da un gruppo terroristico delle famigerate Brigate Rosse.
Le 5 Commissioni Parlamentari di indagine, hanno tratteggiato almeno una decina di piste
inesplorate, filoni trascurati e tentativi di depistaggio che meriterebbero ulteriori
approfondimenti. Si annoverano coinvolgimento dei servizi segreti italiani - deviati e non -
l’influenza della mafia e della ‘ndrangheta, legami con il Vaticano, servizi segreti americani
e sovietici, depistaggi della P2, coinvolgimento di milizie palestinesi e libanesi, estremisti
tedeschi, trattative occulte tra brigatisti e Democrazia Cristiana.
A 43 anni di distanza il quadro non è ancora chiaro, nel solco del mal costume italico.
Ma quel che è ancor più grave, è che siamo un Paese senza memoria, o dalla memoria
lacerata; questo vale anche per Aldo Moro di cui ricordiamo a malapena la tragica fine,
dimenticando, ahinoi, chi è stato.
Un politico che valorizzava più il potere della parola, dell’argomentazione, della riflessione,
che nei numeri; che credeva che lo studio, l’approfondimento, la passione, l'intelligenza
fossero più forti della forza. Per questo era lungimirante, per questo era pronto al
“compromesso storico”: perché capiva prima e più di altri i cambiamenti, ne era attratto.
Per questo sarebbe cosa buona e giusta conoscerlo, studiarlo, rileggerlo a scuola; magari
tralasciando qualche pagina di preistoria o di storia romana, di guerre d’indipendenza o di
dopo guerre. E’ l’ultima parte della storia contemporanea/ moderna la grande assente nei
piani di studio della nostra scuola.
Non parlare, discutere, analizzare l’opera politica di Aldo Moro, anche approfittando del
triste anniversario del 43° dalla strage di Via Fani, è un “delitto didattico”.
Non comprendere che Via Fani è l’inizio della fine della Politica (non della 1^ Repubblica),
la cui coda si cristallizza in Tangentopoli, vuol dire essere storicamente miopi: vuol dire
preparare il terreno a continui, immutati errori che condizionano pesantemente il nostro
presente, affidato a visioni corte, a protagonismi immeritati, ad improvvisazione
imperante: l’esatto contrario di .. Aldo Moro!

Alberto Capria
Dirigente Scolastico - Vibo Valentia

Covid. ‘Zona rossa’ a Petilia Policastro, San Nicola da Crissa e frazioni di Acquaro e Oppido

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Il presidente della Regione CalabriaNino Spirlì ha pubblicato una nuova ordinanza per il contenimento del rischio di contagio da Covid-19 che istituisce come ‘zona rossa’ i comuni di Petilia Policastro (provincia di Crotone) e San Nicola da Crissa (Vibo Valentia) e nelle frazioni Piani di Acquaro (Acquaro, Vibo Valentia) e Piminoro (Oppido Mamertina, Reggio Calabria). Le misure saranno in vigore fino al 28 marzo.

 

L’ORDINANZA

Il provvedimento si è reso necessario in seguito alle note dei dipartimenti di Prevenzione delle Aziende sanitarie provinciali di Reggio Calabria, Vibo e Crotone, con le quali è stato comunicato che nei territori in questione «si registra una incidenza significativa di nuovi casi confermati, rispetto alla popolazione residente, tale da necessitare l’adozione delle misure previste per la zona rossa».

Rilevato, inoltre, che «la situazione osservata potrebbe subire bruschi peggioramenti, a causa dell’elevato numero di contatti sociali avvenuti con soggetti poi risultati positivi, emersi nel corso delle indagini epidemiologiche».

L’ordinanza dispone che «le misure siano automaticamente adeguate a quanto previsto per i territori identificati come “zona rossa”, nei provvedimenti governativi di successiva emanazione» e che «i dipartimenti di Prevenzione delle Aziende sanitarie provinciali competenti procedano al costante monitoraggio della situazione epidemiologica locale, segnalando tempestivamente all’Unità di crisi regionale, ogni variazione significativa.

ZONA ROSSA A LONGOBUCCO

Il comune di Longobucco, in Provincia di Cosenza, è zona rossa. Lo ha disposto, con una propria ordinanza, Il sindaco Giovanni Pirillo. Il provvedimento sarà valido fino al prossimo 21 marzo. Al momento sul territorio comunale che conta circa 3 mila abitanti vi sarebbero più di 60 persone risultate positive al tampone rapido. Una situazione che ha indotto il sindaco Pirillo “sentito per le vie brevi il parere dell’Asp di Cosenza e il parere di altre autorità locali” ad adottare il provvedimento. intervenuta».

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