Reggio Calabria

Stilo. A caccia senza autorizzazioni e con armi clandestine, Arrestati

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I carabinieri della Stazione di Stilo e dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria, nell’ambito di un servizio mirato a contrastare l’attività venatoria illegale, hanno sorpreso un 61enne del luogo e i suoi due figli di 37 e 28 anni, mentre si dedicavano alla caccia in terreni privati, senza possedere alcun titolo di polizia per la detenzione e il porto di armi. I militari a seguito di una perquisizione sia sul posto che nell’abitazione dei tre, hanno rinvenuto armi clandestine, munizioni e una modica quantità di sostanze stupefacenti. Inoltre sono state trovate due carcasse di piccoli volatili, risultato della precedente battuta di caccia illegale. Tratti in arresto, gli uomini si trovano ai domiciliari a seguito dell’udienza di convalida da parte del Gip.

Reggio Calabria. Protesta imprese funerarie, la risposta del consigliere Neri

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Riceviamo e pubblichiamo.
 
La protesta odierna fuori Palazzo Campanella da parte di alcune imprese funerarie contro la legge regionale di riforma del settore da me proposta, non ha alcun senso e trovo inappropriate e tendenziose le affermazioni dell’imprenditore Giuseppe Triolo, rappresentante di FunerCalabria. La norma inerente le disposizioni in materia funeraria e polizia mortuaria vuole regolamentare il servizio funebre dando ordine ad un settore non controllato in maniera adeguata con le precedenti leggi regionali ma soprattutto, vuole assicurare le migliori funzionalità dei servizi resi agli utenti, nel rispetto dei principi di trasparenza, di concorrenza e della disposizione legislativa nazionale di riferimento. La sedicente FunerCalabria costituitasi solo di recente e guidata dal signor Triolo, non rappresentando le imprese di pompe funebri dell’intera Regione Calabria, non può ritenersi voce assoluta del comparto tant’è che in verità, la stragrande maggioranza degli imprenditori ha espresso in più occasioni, apprezzamenti e condivisione dei contenuti della legge. Peraltro, compito di chi amministra è tutelare l’interesse e il bene della collettività e non quello di qualche soggetto che, evidentemente, per esclusivo ed innominabile interesse personale, tenta di distorcere la verità assurgendosi a rappresentante di inesistenti consistenti gruppi di impresari funebri. Siamo stati sempre aperti al dialogo, disponibili e certamente non essendo ricattabili, auspichiamo che la velata minaccia di rivolgersi ad altre Istituzioni, e intendo alla Procura della Repubblica, possa essere utile per far emergere gli interessi  soggettivi che a differenza della norma approvata dal Consiglio regionale, qualcuno intende tutelare.
 
On. Giuseppe Neri
Capogruppo  di FDI in Consiglio regionale

Polistena. Denunciate 52 persone per occupazione abusiva di alloggi

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I Carabinieri di Polistena (RC), hanno denunciato 52 persone dopo una campagna di controlli volti a prevenire e reprimere fenomeni di occupazione abusiva degli alloggi residenziali pubblici di quel comune. A suscitare l’attenzione dei militari, un fatto di sangue verificatosi, a luglio del 2022. In uno dei complessi di case popolari del comune un 51enne, dipendente del Comune di Polistena e beneficiario di alloggio pubblico, aveva aggredito a coltellate due pregiudicati romani, in quel momento ospitati in un altro appartamento di quel complesso. L’uomo era stato arrestato per tentato omicidio ma le indagini hanno consentito di ricostruire che chi ospitava i due accoltellati, non aveva titolo a risiedere in una casa popolare. I militari dell’Arma hanno controllato le documentazioni di oltre 300 unità abitative, alcune di proprietà dell’ente locale, altre gestite dal comune per conto dell’ATERP, ente pubblico non economico con funzioni ausiliarie alla Regione Calabria in materia di edilizia residenziale pubblica. Il risultato è che ogni dieci alloggi controllati, i militari ne hanno individuato almeno uno occupato senza titolo o occupato solo saltuariamente dai beneficiari. Nelle case popolari c’erano nuclei familiari che, in spregio ai criteri di assegnazione e alle graduatorie comunali, avevano, negli anni, occupato alloggi senza nessuna formale investitura, sia famiglie che, pur dimorando in altre abitazioni, non avevano rilasciato l’alloggio che, ai tempi, era stato loro assegnato sulla base di necessità economiche oggi non più attuali. Fra questi ultimi, si segnala il caso di un 40enne con precedenti di polizia che, trasferitosi in nord Italia per lavoro, manteneva l’alloggio come pied-à-terre quando tornava a Polistena per le festività. I carabinieri hanno poi riscontrato che, in uno dei casi analizzati, vi era stato un vero e proprio mercato dell’alloggio pubblico. È risultato, infatti, che una delle famiglie alloggiava in un appartamento per il quale corrispondeva un canone di locazione ad un proprietario. I Carabinieri hanno perciò denunciato 52 polistenesi, 19 dei quali già noti agli investigatori per precedenti deferimenti e 14 beneficiari di forme di sostegno del reddito erogate dagli Enti Previdenziali, ritenendoli responsabili di invasione di edifici pubblici e truffa.

NOTA DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO DI ATERP CALABRIA GRAZIA MARIA CARMELA IANNINI

Desidero esprimere vivissima gratitudine verso l’Arma dei carabinieri per l’esito delle indagini e dei controlli nel Comune di Polistena protesi alla prevenzione ed alla repressione di fenomeni di occupazioni abusive degli alloggi di edilizia residenziale pubblica che impediscono non soltanto l’assegnazione legittima degli alloggi a tutti quei cittadini che, diligentemente, attendono l’accesso ad un alloggio popolare attraverso le ordinarie graduatorie di legge ma che determinano anche un evidente danno economico nei confronti di Aterp Calabria, che non percepisce il canone determinato dall’occupazione arbitraria degli alloggi. Ci costituiremo, ove ne ricorrano le condizioni parte civile in tutti i processi che si terranno, in Calabria, per le occupazioni abusive degli alloggi di edilizia residenziale pubblica affidati all’ente. In questi mesi, peraltro, con le forze dell’ordine e con le Prefetture siamo al lavoro, convintamente ed in linea con le precise indicazioni pervenute, nei mesi scorsi, dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, per fronteggiare un fenomeno non più tollerabile che lede la credibilità delle stesse Istituzioni soprattutto laddove, in particolare nelle periferie urbane delle città più grandi, si inseriscono fenomeni determinati dalla pervasività della criminalità organizzata che deve essere fronteggiata con tutti i mezzi a disposizione dello Stato per ristabilirne la sovranità e spezzare un intollerabile vortice criminoso che colpisce anche nuclei familiari deboli ed indifesi“.

Rosarno. Auto contro pilastro, Due morti e un ferito

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Due giovani fidanzati di 23 anni Francesco Giovinazzo e Gessica Muià sono morti in un incidente stradale avvenuto nella notte a Rosarno, nel reggino. Stavano percorrendo una strada del centro abitato a bordo di un Fiat 500 quando hanno preso in pieno un pilastro in cemento. Insieme a loro in macchina c’era il cugino che è rimasto ferito. E’ stato portato nel Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria, dove si trova ricoverato in prognosi riservata. I tre giovani, nel momento dell’incidente, erano appena usciti da un locale dove, insieme ad altri amici, avevano festeggiato il compleanno di Gessica Muià. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco ed i carabinieri, insieme alla polizia locale ed al personale del 118. Giovinazzo lavorava come operaio edile e da poche ore aveva proposto alla fidanzata di sposarlo. “Non solo è il tuo compleanno – ha scritto su Instagram. Io ti amo più della mia stessa vita. Ce lo siamo promessi fino alla morte“. Dai primi accertamenti è emerso che Francesco Giovinazzo che si trovava alla guida dell’auto, non aveva mai conseguito la patente e che l’auto coinvolta nell’incidente era priva di assicurazione. La Procura della Repubblica di Palmi, che coordina le indagini , ha disposto sui corpi delle due vittime e sul terzo giovane rimasto ferito l’effettuazione dell’alcol test e di esami tossicologici.

Reggio Calabria. Sequestrate armi e droga nel rione Marconi

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Nei giorni scorsi i controlli predisposti nell’ambito del Piano di azione nazionale e transnazionale Focus ‘ndrangheta hanno interessato il Rione Marconi di Reggio Calabria. Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza hanno messo in campo un dispositivo di sicurezza che ha visto anche il coinvolgimento dei Vigili del Fuoco, della Polizia Municipale e della Polizia Metropolitana. L’operazione ad ‘alto impatto’, finalizzata al censimento anagrafico dei residenti, al controllo di immobili pubblici abusivamente occupati, di allacci abusivi alle reti idriche ed elettriche, al contrasto del fenomeno dell’abbandono dei rifiuti con il contestuale svolgimento di attività di polizia giudiziaria, ha consentito di identificare e censire un totale di 596 persone e di sottoporre a controllo 132 veicoli. La Polizia ha denunciato un soggetto per violazione agli obblighi imposti dall’Autorità Giudiziaria e sequestrato un’auto priva di copertura assicurativa. Dopo diverse perquisizioni locali e personali, sono stati sequestrati dai militari dall’Arma 510 grammi di sostanza stupefacente, di cui 500g di marijuana e 10 grammi di cocaina, una pistola ed un fucile. I Militari della Guardia di Finanza hanno denunciato un soggetto per violazioni in materia di armi poiché hanno trovato e sequestrato una pistola modificata con 20 munizioni ed una pistola lancia razzi.

Sequestro, maltrattamenti e lesioni all'ex moglie. Operatore socio sanitario e la sorella ai domiciliari

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A Fiumara di Muro, nel Reggino, i carabinieri hanno arrestato e posto ai domiciliari un operatore socio sanitario di 46 anni accusato dei reati di sequestro di persona, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate. L’uomo ha agito insieme alla sorella 43enne, finita anche lei ai domiciliari. I fatti risalgono al 19 gennaio scorso, giorno in cui l’uomo, con l’aiuto della sorella avrebbe bloccato per strada l’auto condotta dalla moglie, dalla quale si era separato da poco. Il quarantaseienne ha costretto la donna a scendere dalla macchina, l’ha malmenata con violenza, provocandole lividi ed ecchimosi su tutto il corpo e la rottura di un dente. Dopo averle sottratto il telefono cellulare, l’uomo e la sorella hanno fatto salire la donna sulla loro auto e l’hanno portata nella casa in cui viveva la coppia prima della separazione. É stato a questo punto che la donna è riuscita a liberarsi, grazie anche all’aiuto della figlia, e a chiamare il 112, facendo intervenire così i carabinieri, che hanno arrestato i due responsabili delle violenze. A carico dei due i militari della Compagnia di Villa San Giovanni hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Reggio Calabria su richiesta della Procura della Repubblica.