Reggio Calabria

REGGIO CALABRIA. IN LIBERTÀ EX CAPOGRUPPO PD CALABRIA SEBY ROMEO: CASSAZIONE ANNULLA ORDINANZA DI ARRESTO

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Torna in libertà Seby Romeo, ex capogruppo del Pd al Consiglio regionale, arrestato e posto ai domiciliari il 26 luglio scorso nell'ambito dell'inchiesta "Libro nero" della Dda di Reggio Calabria. La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l'ordinanza del Gip con la quale il consigliere regionale era finito ai domiciliari, provvedimento recentemente tramutato in divieto di dimora in Calabria, con l'accusa di tentata corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio. Secondo l'accusa Romeo avrebbe tentato di informarsi su indagini a suo carico attraverso un sottufficiale della Guardia di finanza in servizio alla sezione di Polizia giudiziaria della Procura reggina. Anche per il sottufficiale la suprema corte ha disposto l'annullamento dell'ordinanza.

VILLA SAN GIOVANNI: DUE ARRESTI E OLTRE 5 KG DI COCAINA TROVATA

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I carabinieri di Villa San Giovanni, durante un servizio agli imbarcaderi dei traghetti per la Sicilia, hanno arrestato due persone di 36 e 40 anni di Acireale, perchè trovati in possesso di oltre 5 kg di cocaina. I militari, insospettiti dal comportamento dei due, hanno deciso di controllare l’auto sulla quale viaggiavano e grazie anche all’intervento dell’Unità Cinofila antidroga, hanno scoperto cinque involucri con all’interno la sostanza stupefacente. I due sono stati associati presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria – Arghilllà.

OPERAZIONE GEENNA: DIA SEQUESTRA BENI ANTONIO RASO

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Quote di partecipazione in tre società, una delle quali afferente ad un noto ristorante di Aosta, due immobili, tre auto e diversi rapporti finanziari stimati in oltre 1 milione di euro, sono stati sequestrati dalla Dia di Torino ad Antonio Raso, di 51 anni, ritenuto affiliato al "locale" di 'ndrangheta di Aosta e legato alle 'ndrine Nirta, Mammoliti, Di Donato e Raso. Attualmente detenuto e in attesa di giudizio, Raso è stato arrestato dai Carabinieri nel gennaio scorso, nell'ambito della operazione "Geenna". E' accusato di associazione mafiosa e scambio elettorale politico-mafioso, relativo alle consultazioni del 2015. Aveva promesso voti ad alcuni politici locali, poi eletti, in cambio di informazioni riservate, con l'intento di influenzare gli organi amministrativi di due Comuni della Valle d'Aosta ed agevolare il sodalizio mafioso.

CALABRESE CON VILLA A SINOPOLI PRENDE REDDITO CITTADINANZA: DENUNCIATO

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Il calabrese Filippo Ierinò, già condannato dal tribunale di Locri per falsa testimonianza nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio di Francesco Fortugno, il vice presidente del consiglio regionale della Calabria trucidato a colpi di pistola nell’ottobre 2005 a Locri, percepiva illecitamente il reddito di cittadinanza. Lo ha scoperto la guardia di finanza di Genova nell'ambito dell'inchiesta 'Buon vento genovese' che lo scorso luglio aveva portato all'arresto di tre persone per traffico internazionale di stupefacenti, aggravato dall'associazione mafiosa. Ierinò era proprietario di una villetta a Gioiosa Jonica appena ristrutturata. E’ stato denunciato perché avrebbe percepito indebitamente 500 euro di assegno. I finanzieri hanno anche sequestrato due auto ad Antonio Alvaro, minore di cinque fratelli appartenenti alla cosca Alvaro di Sinopoli. Una terza vettura è stata sequestrata a un prestanome.

A BAGNARA CALABRA LA "FESTA DEL TORRONE"

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COMUNICATO STAMPA
Sabato 7 e domenica 8 dicembre a Bagnara Calabra la “Festa del Torrone”
Si terrà a Bagnara Calabra sabato 7 e domenica 8 dicembre la “Festa del Torrone”, promossa dall’Amministrazione Comunale della cittadina della Costa Viola, e patrocinata dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria. L’inizio è previsto per le ore 16.30 e si andrà avanti fino alle 23.00. Nel corso della due giorni oltre alla degustazione del torrone, l’esposizione di prodotti provenienti dalle pasticcerie e dalle fabbriche cittadine, concerti, intrattenimento per i bambini, luci, giochi, musica e la dimostrazione negli stand, allestiti lungo il Corso Vittorio Emanuele, della preparazione del dolce tipico bagnarese. Apertura della festa che tocca all’Orchestra di Fiati Città di Bagnara, a seguire artisti di strada e i zampognari di Cardeto animeranno la festa. In Piazza Matteotti, oltre all’area informativa e comunicazione, ci sarà l’esposizione dei produttori di mandorle e miele, ingredienti principali per la produzione del torrone.
“L’evento – ha spiegato il sindaco Gregorio Frosina – fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale, ha coinvolto dieci torronai, e vuole essere un ulteriore momento di promozione e valorizzazione di un’eccellenza conosciuta in Italia e nel mondo. Dal 2014 è il primo torrone Igp per le varietà Martiniana e Torrefatto glassato, e questo ci inorgoglisce, ma allo stesso tempo impegna tutti a dare il massimo per tenere alto il nome di un prodotto che esalta Bagnara e la Calabria intera”. Anche il vicesindaco, con delega al turismo, Mario Romeo auspica “che tutto possa riuscire al meglio per una festa pensata per l’intera città, e che vede come protagonista assoluto il dolce più conosciuto e rinomato di Bagnara”. A sostenere l’iniziativa anche l’Associazione Commerciati di Bagnara Calabra, che con il Commissario Domenico Soldano, ha preso l’impegno di illuminare il lungomare, e di fornire supporto alla manifestazione con alcuni spettacoli.
La prima fabbrica di torrone in Calabria è stata fondata proprio nella cittadina della Costa Viola nella metà del 1800, da Francesco Antonio Cardone. Nel 1895 l’azienda diventò addirittura fornitrice ufficiale della Casa Reale. I principali ingredienti del torrone sono le mandorle, il miele e l’albume d’uovo, materie prime che in Calabria sono di prima scelta. Il miele di arancio calabrese è particolarmente aromatico e ricco di zuccheri. Il segreto della bontà del torrone di Bagnara sta forse nella giusta cottura, che dura molte ore, oltre che nell’indiscussa maestria di chi lo lavora.

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REGGIO CALABRIA. 'REGIA OCCULTA' SU BENI SEQUESTRATI: ARRESTATO IMPRENDITORE REGGINO

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A Reggio Calabria i carabinieri hanno arrestato l’imprenditore Giuseppe Carmelo Cartisano, 47 anni, con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso e trasferimento fraudolento di beni. Con lo stesso provvedimento il Gip ha anche disposto il sequestro di tre imprese individuali riconducibili all’indagato. L’imprenditore reggino era già stato coinvolto nell’inchiesta Reghion poiché ritenuto uno degli imprenditori più vicini all’ex deputato Paolo Romeo, ritenuto tra le eminenze grige della ‘ndrangheta reggina. Le indagini, coordinate dalla Dda, hanno consentito di accertare che l’indagato ha continuato a mantenere il controllo delle attività commerciali che gli erano già state sequestrate attraverso una coindagata, dipendente storica e fidata. Carmelo Cartisano era ormai considerato dagli investigatori come "l'erede naturale" dello zio Domenico Chirico, assassinato il 20 settembre 2010 a Gallico mentre si recava a consegnare materiale edile in un immobile in costruzione.