Catanzaro fortemente penalizzata dal dimensionamento scolastico, Il nuovo maxi istituto da oltre 2mila studenti sarà ingestibile

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Riceviamo e pubblichiamo nota del Capogruppo Pd, Fabio Celia.

“Una Catanzaro fortemente penalizzata da un provvedimento per molti versi irragionevole, che non tiene conto dell’identità storica e delle peculiari esigenze della sua comunità scolastica. E’ questa l’immagine proiettata dal Piano di ridimensionamento scolastico, approvato dal Consiglio provinciale, da cui emerge in modo particolare il dato relativo all’accorpamento tra Convitto Galluppi, Liceo Classico Galluppi e Istituto De Nobili. Pariamo di tre realtà che custodiscono un patrimonio di storia e di tradizioni riconosciute a più livelli, anche al di fuori delle dimensioni locali, e che per questo motivo avrebbero meritato di essere oggetto di un ragionamento politico molto più ampio, al di là di meri criteri ragionieristici. L’effetto finale della decisione di creare un unico maxi istituto è ben riassunto dal numero impressionante di studenti, 2198, che renderà praticamente ingestibili e ingessati i nuovi assetti organizzativi. La posizione assunta a riguardo dall’amministrazione comunale di Catanzaro è stata ribadita dal sindaco Nicola Fiorita, in occasione dell’assemblea a cui è seguita la votazione finale sul Piano di ridimensionamento. Ovvero, si tratta di un disegno che ha finito, in modo particolare, per scaricare sul Capoluogo gli effetti nefasti di una riforma, imposta dall’alto, che privilegia la politica dei tagli mortificando il diritto all’istruzione. Un modus operandi che danneggia tutti i territori e pone le amministrazioni spalle al muro, in una posizione di impotenza davanti a scelte forzate. Non si poteva accontentare tutti, ma è pur vero, però, che il caso specifico dei tre istituti di Catanzaro sarebbe dovuto essere trattato diversamente, con una discussione che puntasse a salvaguardare la qualità e la continuità dell’offerta formativa in modo bipartisan. Ora non resta che difendere le prerogative della città nelle sedi più opportune, ma resta il fatto che le aspettative delle comunità sono state tradite e sacrificate da una decisione che antepone il criterio numerico al rispetto della storia e dell’autonomia scolastica”.